Scrivanie salvaspazio per smart working in casa

Scrivanie salvaspazio per smart working in casa

Non tutte le scrivanie salvaspazio hanno senso: alcune ti liberano la testa e la casa, altre sono solo truciolato in più da spolverare. Se fai smart working in pochi metri, qui capisci quando vale la pena comprarla e quale tipo si incastra davvero nella tua routine.

7 minuti di lettura·Dec 11, 2025

Partiamo male, ma sinceri: non tutti hanno bisogno di una scrivania salvaspazio.
Lo so, è un modo strano di aprire un articolo che dovrebbe “venderti” l’idea di comprarne una, però è la verità.

Se lavori da casa una volta ogni tanto, ti arrangi bene al tavolo e non hai la schiena distrutta, probabilmente ti servono più una lampada decente e un supporto per il portatile che un mobile in più.
Se invece passi metà settimana in videochiamata, monti e smonti l’ufficio due volte al giorno e a cena hai ancora cavi sul tavolo, allora una scrivania salvaspazio
non è un vezzo, è igiene mentale. Ma solo alcuni tipi hanno senso. Gli altri, per come vivi tu, sono soldi buttati.

Questo non è l’ennesimo elenco di venti scrivanie prese a caso.
È un filtro: vediamo
in quali casi una scrivania ti migliora davvero la vita e in quali è solo truciolato da spolverare.

Ti serve davvero una scrivania dedicata?

Immagina tre situazioni.

Scenario 1 – Bilocale “open space di fortuna”
Hai soggiorno con tavolo, cucina a vista, zero stanza studio. Ogni mattina tiri fuori portatile, mouse, quaderno, caricatore. Ogni sera devi liberare tutto perché lì si mangia. Dopo una settimana hai già perso qualche appunto, inizi a infilare le cose a caso nei cassetti e la casa sembra sempre “mezzo ufficio, mezzo ristorante”.

Scenario 2 – Monolocale “tutto nello stesso metro”
Letto, tavolo, tv: tutto nello stesso ambiente. Quando lavori ti sembra di avere l’ufficio in camera da letto, quando vai a dormire ti sembra di avere la scrivania in mezzo alla stanza. Non c’è un prima/dopo, c’è solo lo stesso rettangolo con cose diverse appoggiate sopra.

Scenario 3 – Smart working un giorno sì e tre no
Lavori da casa magari il venerdì. Ti organizzi un po’, sistemi il tavolo e finita lì. Il resto del tempo sei in ufficio.

Nei primi due casi una scrivania salvaspazio ha senso: non ti crea metri in più, ma ti ritaglia un pezzo di casa in cui la tua testa dice “qui lavoro, lì no”.
Nel terzo caso, onestamente, rischi di comprare un mobile che userai di rado e ti ruberà spazio tutti i giorni.

Che tipo di scrivania ha senso per come vivi tu

Qui entra davvero il discorso “salvaspazio”. Non è tanto “quanto è piccola”, ma come si incastra nella tua routine.

Se lavori in soggiorno e non vuoi vedere l’ufficio h24

In questo caso di solito funziona meglio qualcosa che appare e scompare.

Una scrivania pieghevole è pensata proprio così: la mattina la apri vicino a una presa, ci metti laptop e il minimo indispensabile; la sera chiudi e la infili dietro a un mobile. Il soggiorno torna soggiorno, non coworking.

Il lato bello: non devi passare i weekend a montare. Arriva, apri le gambe, fine.
Il lato meno bello: il piano spesso è un po’ più leggero di una scrivania fissa. Se lavori solo col portatile ok; se hai due monitor e scrivi pesante, potresti sentirla un po’ “elastica”.

Se sai già che non chiuderai mai niente, tanto vale smettere di raccontarsela: in quel caso ti conviene una scrivania compatta ma fissa, più stabile, e pensare a come integrarla bene nella stanza.

Se hai un muro libero ma zero spazio davanti

Qui entrano in gioco le scrivanie a ribalta.

Da chiuse sembrano una mensola o un pannello. Quando lavori, le apri e hai un piano sufficiente per portatile e mouse. Finito, richiudi e il muro torna pulito.

Funzionano bene in corridoi un po’ larghi, negli angoli di soggiorno dove una scrivania classica non ci starebbe mai, o dietro porte che si aprono.

Il problema è che non sono nate per reggere un carro armato: vanno bene per laptop, poco altro. Se il tuo sogno è monitor gigante, stampante e quaderni ovunque, una ribaltabile diventa più un accrocchio che una postazione.

Qui la domanda sincera è: quanto sei disposto a convivere col “gesto” apri/chiudi tutti i giorni? Se pensi che dopo una settimana inizierai a lasciarla aperta sempre, forse ti serve altro.

Se hai un angolo morto che non usa nessuno

Angoli di soggiorno, camere con un lato tagliato, rientranze strane: sono perfetti per una scrivania ad angolo compatta.

Non è tanto “salvaspazio” perché sparisce, è salvaspazio perché sfrutta un punto che nessuno usava. Se in quell’angolo oggi c’è solo polvere e forse una pianta sacrificata, trasformarlo in postazione ha senso.

La cosa da tenere d’occhio è la profondità: se il lato corto è troppo stretto, finisci a lavorare incollato al muro. Se riesci a restare su 50–60 cm di profondità, hai abbastanza spazio per portatile, tastiera esterna e un taccuino.

Qui la vera domanda è: quell’angolo ti va bene anche visivamente? Perché una scrivania ad angolo non la sposti ogni sera. Se ti dà l’ansia vedere sempre l’ufficio appena entri in stanza, meglio una soluzione che si chiude.

Cosa guardare davvero, oltre alle foto

Le foto prodotto sono fatte per farti innamorare. Tu devi pensare alla vita reale.

Prima cosa: la profondità.
Sotto i 45–50 cm inizi a lavorare con le mani quasi in grembo e tutto appiccicato al bordo. Per una postazione che userai tante ore, prova a restare su un piano che ti permetta di appoggiare almeno laptop e un taccuino senza giocoleria.

Seconda: la stabilità.
Qui servono le recensioni. Se leggi “balla”, “si muove”, “scrivo e tutto vibra”… scarta. Un conto è una scrivania leggera, un conto è una tavola da surf.

Terza: montaggio e manutenzione.
Se hai già un rapporto complicato con le brugole, meglio una scrivania pieghevole o un modello con montaggio semplice. Se devi fissare al muro e non hai trapano né pazienza, calcola anche il costo (o lo sbatti) di farti aiutare.

Ultima cosa: le prese.
Se per attaccare il portatile devi sempre passare un cavo in mezzo alla stanza, qualunque scrivania diventa fastidiosa. Idealmente il tuo angolo lavoro è
a un cavo di distanza da una presa, non a un cavo + prolunga + bestemmia.

Non comprarla se… (sì, qui ti faccio risparmiare)

Una scrivania salvaspazio è un bel miglioramento, ma non è una cura universale.
Ci sono casi in cui, davvero, è meglio tenersi i soldi in tasca.

Se lavori da casa una volta al mese e il tavolo non ti crea grossi problemi, non ti serve un mobile in più: ti servono due accessori per rendere il tavolo un po’ più umano, fine.

Se vuoi infilarci due monitor enormi, laptop, stampante e mille cose, una scrivania “mini” ti farà solo arrabbiare. In quel caso probabilmente il problema non è la scrivania, è la stanza: va ripensata l’intera disposizione, non aggiunto un pezzo a forza.

Se stai scegliendo una pieghevole “perché è salvaspazio”, ma sai già che non la chiuderai mai, stai pagando il compromesso senza usarne il vantaggio. Meglio una piccola scrivania fissa, più solida, più comoda.

E se la stai comprando solo per “sentirti più produttivo”, fermati un attimo: una scrivania non fa miracoli sulla voglia di lavorare. Può togliere frizioni, non inventare motivazione dal nulla.

Da dove partire, concretamente

Se ti riconosci in chi lavora spesso da casa e vive in pochi metri, ha senso ragionare così:

  • hai un angolo morto? pensa a una scrivania ad angolo, anche compatta;
  • hai muro libero ma passaggio stretto? guarda le ribaltabili;
  • usi il soggiorno per tutto e vuoi far sparire l’ufficio la sera? allora la famiglia giusta è quella delle pieghevoli.

Poi, invece di perdersi in cinquanta modelli, concentrati su due cose secche:
profondità del piano e stabilità. Il resto (colore, stile, dettagli) viene dopo.

L’obiettivo non è avere la scrivania più instagrammabile del mondo, è smettere di vivere con il portatile in bilico sul tavolo e la sensazione di avere sempre mezza casa trasformata in open space aziendale. Se la scrivania che scegli ti aiuta in questo, è quella giusta. Tutto il resto è contorno.

Scritto da Redazione Magshop